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Siamo ai tempi dell’IMPERO ROMANO.
Una luce si irradia all’orizzonte circondando un tiepido paesaggio e in questo un bambino che cammina lungo la via Cassia. Il bambino guarda la luce che lo illumina con i suoi occhi azzurri in un viso candido. Cammina giocherellando e saltellando tra un ciottolo e l’altro; sembra un piccolo angelo che sta per alzarsi in volo. All’improvviso intravvede qualcosa che luccica, si ferma a guardare: è una moneta (sesterzio), la raccoglie, la osserva attentamente si guarda attorno e poi se la mette nella piccola bisaccia, riprendendo a saltellare.
Il bambino guarda quella luce, ammira i colori che possiede; colori che cambiano per dare più vita al suo volto. Il piccolo si chiama ORESTE è orfano di padre, morto in guerra, la mamma è a casa lavora in una famiglia patrizia guadagnando qualcosa per farlo crescere e farlo diventare un uomo.
ORESTE è un bambino tanto innocente, lo è talmente che vede il mondo come un gioco e in questo ama la natura…..non vede quel mondo che attende l’uomo per sopprimerlo, rendendolo schiavo. Egli continua a percorrere quella strada che i romani hanno costruito. Il suo piccolo orecchio sente un rumore che si avvicina, sembra un cavallo al galoppo; un pensiero lo trasporta verso un’immagine irreale:
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…Il pensiero e l’immagine si bloccano all’avvicinarsi del cavaliere. Ora ORESTE può vedere colui che sta arrivando; guarda incuriosito e spaventato, ma il suo cuore lo tranquillizza: qualcosa gli fa capire di non avere paura. "Chi potrebbe far del male ad un bambino?", si domanda ORESTE, ed ecco che la risposta è in arrivo: egli prima guarda la luce di quel bellissimo orizzonte, poi si gira e vede chi è colui che galoppando ora gli è davanti. Un soldato romano si ferma davanti a lui e con volto severo gli dice:
<<Bambino hai trovato un sesterzio?>> gli risponde:
<<Si!>> e gli porge la sua piccola mano contenente la moneta. Il soldato al vedere ciò gli dice:
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<<Tra i ciottoli della strada>>.
Il soldato gli richiude la mano guardandolo negli occhi. Il piccolo è timoroso, ha paura; l’uomo lo legge nei suoi occhi azzurri, poi rivolgendo il suo sguardo verso la luce in quel bellissimo orizzonte dice:
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Il soldato romano accarezza il bambino trasmettendogli calore e pace. Il suo sguardo è cambiato: pieno di serenità . ORESTE lo vede impennare il cavallo e riprendere il galoppo; con il suo piccolo sguardo lo segue finché non scompare, assorbito dalla luce dell’orizzonte. Si guarda attorno e vede che l’imbrunire scende sempre di più, pensa alla mamma che sarà in pensiero: corre, corre come un leprotto fino ad arrivare davanti alla porta di casa e qui vede la luce della lucerna che illumina il piccolo tavolo dove la mamma sta preparando il cibo per la sera. Prima di entrare si ferma pensando a quel soldato e a ciò che gli ha detto e se la mamma gli crederà.
Entra lentamente con po’ di timore per la paura di una brutta sgridata:
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La mamma con viso serio lo guarda dicendogli:
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ORESTE si fa coraggio e poi si siede vicino alla mamma dicendole di ascoltarlo: le riferisce ogni cosa dell’accaduto aggiungendo che non aveva fatto nulla di male.
La mamma sbiancando in volto gli dice:
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Era una somma che avrebbe permesso a lei e al figlio di vivere dignitosamente, ma soprattutto di far crescere ORESTE.
ORESTE si rivolge alla mamma:
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La mamma non sa rispondere; rimangono in silenzio ma ORESTE pensa a quello che ha visto e ha ascoltato in quell’incontro e ancora si fa avanti:
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Il mattino seguente la mamma, prima di andare a lavorare, gli raccomanda:
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ORESTE ascolta distrattamente, continua a pensare all’incontro e non ha nessuna intenzione di andare dal maestro, vuole attendere quel giovane che verrà a bussare alla porta di casa…..il cuore gli dice che verrà! La mamma gli da un bacio e poi esce; la guarda allontanarsi finché scompare dietro la curva che porta alla strada maestra. Si siede guardando il denaro e pensando al suo papà.
Ad un tratto sente bussare alla porta; emozionato va ad aprire: c’è un ragazzo che gli sorride gli dice…
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Entrato si siede invitando anche ORESTE a fare altrettanto. Seduti entrambi il ragazzo gli dice:
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ORESTE ascolta, ma fa fatica a comprendere, è più attento ad ascoltare il suo piccolo cuore….poi: -
Il ragazzo in silenzio, lo guarda…poi:
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ORESTE:
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Il ragazzo:
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ORESTE lo accompagna alla porta; il ragazzo prende il sentiero che porta alla strada maestra con passo deciso. All’improvviso un tuono e poi un lampo: il bimbo guarda in cielo: nulla, non c’è nessun temporale in arrivo, il cielo è limpido. Sempre più meravigliato rientra in casa.
La lezione dal maestro è saltata, ma in cambio ne ha ricevuta una più importante.
La mamma appena entra in casa vede il bambino seduto e avvolto da pensieri e immediatamente gli chiede:
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Passano gli anni e finalmente ORESTE compie quindici anni.
Parte del denaro ricevuto dal padre lo ha aiutato per la crescita, il restante è in attesa di essere speso. Ora è un ragazzo pieno di coltura con una fervida intelligenza. Una mattina la mamma si sente male. Egli, controllandosi per non creare eccessiva paura, la prende e la distende sul letto cercando di soccorrerla, ma la mamma con un filo di voce gli dice:
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ORESTE dopo la morte della mamma, inizia la vera ricerca di Dio ….
Raggiunge altri popoli e a questi porta "la Parola di Dio". Il denaro rimasto gli permette di affrontare i viaggi ed in questi egli incontra profondi conoscitori di Dio. In questi santi uomini riceve quell’aiuto che gli permette di salire la scala della santità.
Il Signore lo mette alla prova, lo forgia rendendolo suo discepolo….Dopo lungo pellegrinare si trova a dover affrontare il deserto nella solitudine; non ha timore, rimette la sua volontà nelle mani del Signore. Una notte viene rapito in sogno e qui il Signore lo chiama.
Il Signore Dio:
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ORESTE si sveglia guardandosi attorno….ha l’impressione di non essere solo, anzi comprende che presto ciò che gli è stato riferito avvererà e, così accade.
Un mattino durante la preghiera, seduto ai piedi di un ruscello si sente chiamare da una voce:
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L’angelo si presenta:
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ORESTE si inginocchia …..ha compreso, prende la bisaccia ed è pronto ad incamminarsi, ma l’angelo lo ferma dicendogli:
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Si porta sotto il fusto dell’albero, oramai diventato un nudo palo, e alza la testa per vederne la cima: era talmente alto che passava le nuvole e allora una domanda si fa strada nel suo cuore:
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Un angelo gli va incontro: arrivato, lo cinge alla vita dolcemente e in pochi secondi lo porta sulla cima in cui è collocata la piattaforma e per ultima la capanna. ORESTE dalla sua nuova dimora guarda in basso: riesce a vedere ben poco; solo delle nuvole gli fanno compagnia. Gli angeli iniziano a roteare attorno all’altissimo tronco pregando Dio finché ad uno a uno svaniscono come bolle di sapone. ORESTE non crede ai suoi occhi, non riesce ancora a comprendere del tutto; improvvisamente una voce lo richiama:
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ORESTE dedica con tutto se stesso alla preghiera più profonda; il Signore come promesso, non gli fa mancare il necessario per il sostentamento. I suoi genitori pregavano per lui dal cielo felici di ciò che il Signore aveva donato al loro figlio. ORESTE dopo lungo pregare riceve dal Signore una vista così penetrante che ha la possibilità di vedere ciò che succede sulla terra: conflitti, orrori terrificanti, azioni distruttrici, grande superbia, ma soprattutto capire che l’amore era sempre meno conosciuto.
Con il passare del tempo qualcosa accade: il tronco lentamente si sta staccando da terra e il volto e il corpo di ORESTE stanno invecchiando, ma una cosa accade di meraviglioso; le sue tante e fervide preghiere riescono a convertire le persone. Ogni qual tanto la manna scende dal cielo, perché egli possa cibarsi e un angelo gli porta dell’acqua – la confessione e la comunione -
Dopo tanti anni di preghiera, il Signore Dio decide che ORESTE lasci quel luogo di preghiera.
Una notte sente un rumore come di tuono e poi un bagliore davanti a lui e in questo un’immagine.
Il demonio si presenta dicendogli:
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Alcuni giorni dopo vede in sogno la Madonna che gli dice:
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